LUSSO: LA FIERA DELLE VANITÀ

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Si dice che il mondo è bello perché è vario, e così è anche la moda. Ce n’è per tutti i gusti, che siano belli o siano brutti. Gli stilisti creano ma hanno un occhio sempre rivolto al business. E siccome si sa che pecunia non olet, capita spesso che quello che viene venduto come lusso sia soltanto costoso ma very cheap.

Raffinatezza, eleganza, stile: tre parole che, parlando di look, non sempre (anzi quasi mai) sono in qualche modo correlate al prezzo segnato sull’etichetta di un capo d’abbigliamento o di un accessorio. Se non è tutto oro quel che luccica, posso per certo affermare che non è tutto lusso ciò che costa tanto. O meglio, è pur sempre lusso ma sfocia nella pura ostentazione.Come diceva Coco Chanel “Alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità.”

Chi vive a Milano si sarà imbattuto, almeno una volta, nella passerella di russi che popolano le vie del centro carichi di buste con i nomi delle più celebri boutique: Gucci, Louis Vuitton, Armani, etc. Ecco, loro sono l’esempio perfetto. Pacchiani come alberi di Natale e accessoriati di qualunque oggetto risulti vistoso, hanno un solo obiettivo: far sfoggio del proprio cash. Potremmo dire che è l’eterna gara a chi ce l’ha più grosso…il portafoglio, chiaramente!

Ma senza arrivare fino alla terra di pellicce e colbacchi, ci è consentito parlare di lusso anche guardando alla nostra vita quotidiana. Basti pensare a quegli outfit da very zarro (leggi tamarro, buzzurro, grezzo, burino, etc.) che ci passano davanti ogni singolo giorno. Loghi giganti stampati su magliette, borse, scarpe, talmente visibili da non passare inosservati nemmeno agli occhi di una talpa. E ancora cinture degne di un duello nel far west, catene appese al collo come nemmeno una santa in processione e altri vezzi da far sballare il conto in banca. Costosi sì, ma brutti e sgraziati. Ricordo ancora l’epoca dei jeans Richmond con la scritta RICH proprio sulle chiappe, si commentavano da sé.

“È la moda, bellezza. La moda! E tu non ci puoi far niente! Niente!”, direbbe un moderno Humphrey Bogart in un eventuale remake de L’ultima minaccia.

E qua la minaccia è proprio il cattivo gusto.  Lusso a qualunque prezzo, perché l’apparire ricchi in realtà un prezzo non ce l’ha. E così, anche ciò che viene considerato ‘alto’ riesce a diventare drasticamente ‘basso’, o per dirla all’americana, CHEAP. È questa la sottile linea che marca un confine netto tra il ricco e l’arricchito, anche se l’attitudine al mostrare senza contegno appartiene spesso anche a chi, pur non avendo una concreta possibilità economica, vuole comunque costruire il proprio status sociale. Ognuno di noi ha un modello aspirazionale, è il famoso Cosa vuoi fare da grande?: c’è chi vuole fare il Flavio Briatore e chi ambisce a diventare più un Dario Fo, magari pure coi soldi di Briatore. Come sempre, è tutta questione di classe…che non è acqua! Quindi, please, via quegli orrendi risvoltini dai pantaloni: consentiti soltanto a Venezia in presenza di alta, altissima marea.

 

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