HARRY E MEGHAN: TUTTO FUMO…E POLLO ARROSTO!

Il romanticismo è morto? Giudicate voi! Ogni giorno tante storie d’amore iniziano e finiscono, ma quella che nell’ultimo periodo è sulla bocca di tutti è senza dubbio quella tra il principe Harry e Meghan Markle. Il nipote della regina Elisabetta convolerà presto a nozze: la sua proposta di matrimonio? Davanti a un pollo arrosto!

Chi almeno una volta da bambina, non ha sognato il Principe Azzurro? Un uomo in calzamaglia, vestito di blu con cappello piumato: scelte discutibili, ma a tutte capita di sbagliare! Crescendo abbiamo probabilmente affinato i nostri gusti iniziando a fantasticare su due altezze reali…reali. I principini d’Inghilterra hanno fomentato le ambizioni ‘principesche’ di milioni di adolescenti, fino a quando William non le ha parzialmente infrante sposando Kate. Adesso, suo fratello ha completato l’opera. Harry e Meghan, non si parla d’altro in questi giorni: nuovo matrimonio in vista a Buckingham Palace!

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LUSSO: LA FIERA DELLE VANITÀ

Si dice che il mondo è bello perché è vario, e così è anche la moda. Ce n’è per tutti i gusti, che siano belli o siano brutti. Gli stilisti creano ma hanno un occhio sempre rivolto al business. E siccome si sa che pecunia non olet, capita spesso che quello che viene venduto come lusso sia soltanto costoso ma very cheap.

Raffinatezza, eleganza, stile: tre parole che, parlando di look, non sempre (anzi quasi mai) sono in qualche modo correlate al prezzo segnato sull’etichetta di un capo d’abbigliamento o di un accessorio. Se non è tutto oro quel che luccica, posso per certo affermare che non è tutto lusso ciò che costa tanto. O meglio, è pur sempre lusso ma sfocia nella pura ostentazione.Come diceva Coco Chanel “Alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità.”

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MODA RICICLATA: È TEMPO DI ROTTAMARE

Ogni sei mesi ci ritroviamo a sfogliare magazine patinati, a consultare siti web e fashion blog alla disperata ricerca dei trend di stagione. Novità? Non sempre, o meglio quasi mai. Le collezioni sono viste e riviste, le idee dei designer sono spesso da rottamare e il risultato è una moda riciclata.

Passano gli anni, cambia il mondo e apparentemente cambiano anche i costumi. Apparentemente, per l’appunto. Avevo 12 anni quando indossai i miei primi jeans a zampa e 14 quando decisi di archiviarli per sempre. Erano in quando mia madre aveva 20 anni e oggi, nel 2017, ce li ritroviamo di nuovo nell’armadio…direi che ci sono tutti gli estremi di una denuncia per stalking. La moda riciclata è l’unico trend che è sempre in voga.

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A lezione di streetstyle con Elle

Tra una scrollata e l’altra della mia home di Instagram , tra un ‘insalata poco condita (per limitare i sensi di colpa appena leggo articoli del tipo “è arrivata la prova costume, e tu sei pronta?”) e semi di ogni genere (adoro i semi di sesamo, di lino , di girasole etc etc) SBADABAAAAAM… mi imbatto in una immagine postata  dell’insalata bionda più famosa del web (sempre di insalate parliamo!).

Una cover di Elle, mica Elle “normale”.Un’edizione chiamata Elle Streetstyle (DENMARK) con tanto di tag di uno dei fotografi di streetstyle più conosciuti che si aggira per le sfilate di mezzo mondo per cercare gli scatti da vendere (udite bene e leggete bene) alle testate di moda .Vincenzo Grillo. Che guarda caso , lavora e collabora anche con altre influencer (le chiamano così) come Eleonora Carisi per non parlare di Candela Novembre (detta Candelita) e potrei stare qui e farvi un elenco degno di mailing list delle migliori agenzie in circolazione.

Ma. il punto è. C’è un accordo preconfezionato tra blogger (che si creano visibilità con le pubblicazioni cartacee) , uffici stampa (che decidono a chi far indossare cosa a DETERMINATE persone per essere pubblicati sui giornali, e tenetevi forse, PAGANDO), giornalisti (che si creano le cerchie delle influencer per poter scrivere qualcosa che a loro dire farà il botto o a botte fate voi…), fotografi (che vengono “spediti” dalle agenzie per poi poter vendere le foto alle riviste) e designer (che fanno a “pugni” per poter essere nominati , o meglio, taggati, sui canali social di ogni genere). Ne aravate al corrente, no?

Quindi, la prossima volta che uffici stampa vi diranno “non prendete niente per le sfilate della fashion week?” con tanto di dichiarazione d’intento “ti do i vestiti, li indossi, ti fai fotografare, e li riporti indietro e arrivederci e grazie per la pubblicità gratuita”  pensate , pensateci più di 10 volte…Perché se è davvero la sfilata che vi interessa (certo non è che mi fa schifo la visibilità sia chiaro, anche a me ha fatto comodo nei miei tempi bui e di inesperienza il loro non “servizio guardaroba”)  forse non è meglio andarci con i jeans di qualche anno che fa tanto vintage , con la camicetta di H&M al costo di 19,90 Euro , le scarpe di Zara a 39,90 Euro, un accessorio particolare magari preso dal cassetto della gioventù di vostra madre, una borsa a voi cara (e magari anche cara)… con un VOSTRO STILE ?

Sapete, questo mi fa riportare agli anni di Coco Chanel. Quella donna sì che era vanti anni luce, pensate, faceva il lavoro degli uffici stampa già allora. Mandava le sue ragazze, le famose “mannequin”,  in party esclusivi della “Parigi per bene” a suon di Charleston , con i suoi abiti, le sue creazioni…Lei ha anticipato le it Girl e molto probabilmente le PAGAVA.

Alla prossima puntata di #naylastories & Co.

Baci.

#NaylaC

 

#NaylaC : ISTRUZIONI PER L’USO (E IL DISUOSO)

Ciao! Mi presento.

No, meglio mi RI-presento. Mi chiamo Nayla (con l’aggiunta della C). Molti mi hanno conosciuta tramite quel giochetto di parole nato tre anni fa , Vogue Pills Fashion. Nato principalmente della mia passione per la moda che poi si è evoluta in passione per il beauty e infine per il lifestyle (che io poi preferisco chiamarlo #spuntidivita, più originale no?). Amo aggiungere le parentesi , proprio come quelle cose non dette ma da chiarire. Ho pensieri che viaggiano a 1000 e sono una persona che odia la staticità delle cose. PER LA SERIE CHE: chi si ferma è perduto! In tutti i sensi. In cerca costante di ispirazioni su cui scrivere. Mi definirei con un hashtag al momento #collaudopensieri. Questo blog lo considero un’evoluzione di Vogue Pills Fashion perchè la targhetta da “fashion blogger” proprio non mi si addice, #chissenefrega (SOLO) di quello che indossi,no? e aggiungo, per fortuna che indossi qualcosa (leggetela come :oltre alle tette c’è di più!).

La domanda è :che diavolo faccio in questo blog?

Se potessi riassumere la questione vi direi sicuramente che

#collaudopensieri e li trasformo in #naylastories

Scrivo di moda con WorldPass e se mai scriverò di moda su questo blog sarà per PURO DIVERTIMENTO con la mia personale visione.

Scrivo di beauty con Glamour e se scriverò di bellezza lo farò per PURO DIVERTIMENTO con la mia personale visione (ancora).

E se ciò non vi aggrada e non è della Vostra portata, siete liberi di cambiare canale. Ho scelto, e sceglierò ogni giorno, di NON sottostare alle miserevoli richieste di coloro che pensano e sostengono che scrivere e collaborare sia solo una questione di NUMERI.

Ho scelto di essere una PERSONA che deve essere considerata come tale e non come un numero da sfruttare (e non fatturare). E come dice qualcuno, non è una questione di umiltà , ma di DIGNITA’. Il tempo, il nostro tempo, non deve essere MAI confuso e fuso come “lavoro per te da schiava 2.0”, chiaro?

Alla prossima puntata di #naylastories & Co.

Baci.

#NaylaC

WEB 2.0 , SOCIAL MEDIA, MARKETING E LA GIUSTA COMUNICAZIONE

Con gran piacere sono stata invitata come influencer dall’azienda Myndit per conoscere e capire , attraverso le due giornate di workshop a Roma, come operano nel settore del personal e corporale  branding.

Nell’era del web 2.0 e dei social media la GIUSTA COMUNICAZIONE è uno dei pilastri portanti nella buona riuscita di qualsiasi progetto di business. E’ la forza che permette di influenzare positivamente le persone con cui si è a contatto.

Vi siete mai chiesti, perché un determinato brand ha avuto più seguito piuttosto che un altro?

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SCRIVERE PER UNA TESTATA

Scrivere per una testata. Non è cosa semplice.Non è cosa facile.  Questo è l’inizio. Forse sono solo le paure iniziali ( a testa calda) che mi fanno dire e pensare queste cose. E’ un po’ come entrare in casa altrui, per la prima volta. Casa nostra (vedi blog) la conosciamo perfettamente, sappiamo come accomodarci, come porci quando ci sono ospiti (vedi followers) nuovi e frequenti, sappiamo e conosciamo il posizionamento di ciò che ci serve (vedi layout , impostazione etc…) perchè in fondo siamo NOI che li abbiamo messi li per un determinato motivo/funzione. Entri (= fai parte della redazione) , hai delle aspettative che ti crei basandoci su coloro che ti hanno “invitata” (selezionata). Un mondo nuovo, e come tutte le cose nuove, un po’ di ansia/paura (spauracchio per dirla tutta) ti viene. Normale, no? Però, questo fa parte del “fare il salto di qualità”, di cui vi ho parlato quidel mettersi alla prova.

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LA COLLEZIONE GLAM’ROCK DI ALAIN TONDOWSKI

Durante la scorsa Paris fashion week ho avuto il piacere di conoscere il marchio Rayne (di cui vi ho già parlato e segnalato un importante evento qui) e Alain Tondowski. Il denominatore comune che unisce questi due marchi , uno british e l’altro parigino, sono  che la produzione delle loro luxury shoes sono interamente Made in Italy. Sono fatte da un’azienda situate a Venezia, in particolare, vicino alla Riviera del Brenta, il quartiere storico specializzata nella produzione di calzature di fascia alta nel mondo.

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EVENTS : LONDON- RAYNE, SHOES FOR STARS

Il piede ha 28 ossa, 27 articolazioni, 100 legamenti, 23 muscoli e un sistema nervoso e capillare ramificatissimo. Ci vuole una scarpa che sia degna.No?

Dalla tanto discussa uscita del film ispirato alla famosa favola di “Cenerentola” , dove hanno visto nove designers (Paul Andrew, Alexandre Birman, Rene Caovilla, Jimmy Choo, Salvatore Ferragamo, Nicholas Kirkwood, Charlotte Olympia, Jerome C. Rousseau e Stuart Weitzman) impegnati a reinterpretare la famosissima scarpetta di cristallo che ha fatto storia, oggi, vi voglio segnalare una mostra per gli appassionati delle scarpe.

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