SONO UNA FASHION BLOGGER NON CHIEDETEMI ANCHE UN CERVELLO
BLAUER. Un piumino che ti scalda con un solo bottone.No, non è fantascienza alla Star Wars, bensì ,una speciale tecnologa che sfrutta un generatore di calore l’ EHG (Electric Heat Generator) attraverso il quale è possibile riscaldare il piumino.
Quando la moda incontra la tecnologia.Il bottone posizionato appena sotto il logo di Blauer vi scalderà come un morbido abbraccio caloroso per affrontare anche gli inverni più rigidi con tre livelli di intensità. Tre starti di tessuto : il primo strato, un tessuto stampato in terahertz, contribuisce a riflettere la temperatura del corpo, il secondo strato è costituito da una fibra soffice al tatto che trattiene il calore mentre il terzo strato, realizzato in alluminio non tessuto, isola ulteriormente mantenendo lo stato termico ideale. Ogni capo è dotato di fettucce antistatiche per scaricare l’elettricità per una sicurezza firmata Blauer.

ehg down jacket – sweatshirt – shoes BLAUER
ph. Massimo Fossati
BLAUER STORE PIAZZA XXV Aprile 1 – Milano
Capita a volte che…
le cose succedono perché le abbiamo rincorse e stramaledettamente cercate
Capita a volte che…
le cose succedono perché sei figlio/a di papà paraculato fino ai denti
Capita a volte che…
le cose succedono perché sono la conseguenza di un duro lavoro dove la costanza e l’impegno premia
Capita a volte che…
le cose succedono per il famoso fattore PGMG (posto giusto al momento giusto)
Capita a volte che…
le cose succedono per la legge dell’attrazione la fisica quantistica
Capita a volte che…
date un taglio netto al vostri capelli perchè volete cambiare qualcosa nella vostra vita e partite proprio da loro prima ancora di andare dal vostro psicanalista
Capita a volte che…
vai in un press day e non vieni neanche calcolato perché non sei una giornalista
Capita a volte che…
se sei blogger e non hai determinati numeri non ti vogliono pagare (ciao arrivederci e grazie) e scatta subito il gioco a “chi compra più like e followers”
Capita a volte che…
scrivi e ti non ti legge nessuno , fai due foto (a volte pure cacofoniche e mal riuscite) con un testo limitato ad un conteggio parole molto prossimo al nulla e hai un seguito che neanche immmagini
E poi capita a volte che devi scrivere per Vanity Fair, ma certe cose è meglio che non capitassero affatto.
#staytuned
Ci risiamo alle solite. Alle solite noiose, ripetute, straviste, stra rilette storie. Questa storia deve finire però. Non siamo mica dei trogloditi per diamine! Aprite gli occhi le vostre menti e i vostri orizzonti (BLOGGER) e voi (UFFICI STAMPA ,PR & CO) mettete a disposizione il vostro BUDGET.
Mi è successa, per l’ennesima volta , la storiella che intitolerei volentieri
“siamo ancora nell’era del baratto unilaterale?”
Una cosa chiamata Fashion week. Si, che ormai neanche il nome è più coerente con se stesso. Fashion Week, una brutta bestia a volte che può farvi venire i nervi a crepa pelle per svariati motivi… Fashion Week , quella settimana (or neanche più una settimana) in cui “Oddddddio devo esserci se no sono out” (ma de che?).
(photo from Pinterest)
“Viviamo” con il telefono in mano. Facciamo tutto con internet. Tiriamo fuori il nostro smartphone e
Tra una scrollata e l’altra della mia home di Instagram , tra un ‘insalata poco condita (per limitare i sensi di colpa appena leggo articoli del tipo “è arrivata la prova costume, e tu sei pronta?”) e semi di ogni genere (adoro i semi di sesamo, di lino , di girasole etc etc) SBADABAAAAAM… mi imbatto in una immagine postata dell’insalata bionda più famosa del web (sempre di insalate parliamo!).
Una cover di Elle, mica Elle “normale”.Un’edizione chiamata Elle Streetstyle (DENMARK) con tanto di tag di uno dei fotografi di streetstyle più conosciuti che si aggira per le sfilate di mezzo mondo per cercare gli scatti da vendere (udite bene e leggete bene) alle testate di moda .Vincenzo Grillo. Che guarda caso , lavora e collabora anche con altre influencer (le chiamano così) come Eleonora Carisi per non parlare di Candela Novembre (detta Candelita) e potrei stare qui e farvi un elenco degno di mailing list delle migliori agenzie in circolazione.
Ma. il punto è. C’è un accordo preconfezionato tra blogger (che si creano visibilità con le pubblicazioni cartacee) , uffici stampa (che decidono a chi far indossare cosa a DETERMINATE persone per essere pubblicati sui giornali, e tenetevi forse, PAGANDO), giornalisti (che si creano le cerchie delle influencer per poter scrivere qualcosa che a loro dire farà il botto o a botte fate voi…), fotografi (che vengono “spediti” dalle agenzie per poi poter vendere le foto alle riviste) e designer (che fanno a “pugni” per poter essere nominati , o meglio, taggati, sui canali social di ogni genere). Ne aravate al corrente, no?
Quindi, la prossima volta che uffici stampa vi diranno “non prendete niente per le sfilate della fashion week?” con tanto di dichiarazione d’intento “ti do i vestiti, li indossi, ti fai fotografare, e li riporti indietro e arrivederci e grazie per la pubblicità gratuita” pensate , pensateci più di 10 volte…Perché se è davvero la sfilata che vi interessa (certo non è che mi fa schifo la visibilità sia chiaro, anche a me ha fatto comodo nei miei tempi bui e di inesperienza il loro non “servizio guardaroba”) forse non è meglio andarci con i jeans di qualche anno che fa tanto vintage , con la camicetta di H&M al costo di 19,90 Euro , le scarpe di Zara a 39,90 Euro, un accessorio particolare magari preso dal cassetto della gioventù di vostra madre, una borsa a voi cara (e magari anche cara)… con un VOSTRO STILE ?
Sapete, questo mi fa riportare agli anni di Coco Chanel. Quella donna sì che era vanti anni luce, pensate, faceva il lavoro degli uffici stampa già allora. Mandava le sue ragazze, le famose “mannequin”, in party esclusivi della “Parigi per bene” a suon di Charleston , con i suoi abiti, le sue creazioni…Lei ha anticipato le it Girl e molto probabilmente le PAGAVA.
Alla prossima puntata di #naylastories & Co.
Baci.
#NaylaC
Ciao! Mi presento.
No, meglio mi RI-presento. Mi chiamo Nayla (con l’aggiunta della C). Molti mi hanno conosciuta tramite quel giochetto di parole nato tre anni fa , Vogue Pills Fashion. Nato principalmente della mia passione per la moda che poi si è evoluta in passione per il beauty e infine per il lifestyle (che io poi preferisco chiamarlo #spuntidivita, più originale no?). Amo aggiungere le parentesi , proprio come quelle cose non dette ma da chiarire. Ho pensieri che viaggiano a 1000 e sono una persona che odia la staticità delle cose. PER LA SERIE CHE: chi si ferma è perduto! In tutti i sensi. In cerca costante di ispirazioni su cui scrivere. Mi definirei con un hashtag al momento #collaudopensieri. Questo blog lo considero un’evoluzione di Vogue Pills Fashion perchè la targhetta da “fashion blogger” proprio non mi si addice, #chissenefrega (SOLO) di quello che indossi,no? e aggiungo, per fortuna che indossi qualcosa (leggetela come :oltre alle tette c’è di più!).
La domanda è :che diavolo faccio in questo blog?
Se potessi riassumere la questione vi direi sicuramente che
#collaudopensieri e li trasformo in #naylastories
Scrivo di moda con WorldPass e se mai scriverò di moda su questo blog sarà per PURO DIVERTIMENTO con la mia personale visione.
Scrivo di beauty con Glamour e se scriverò di bellezza lo farò per PURO DIVERTIMENTO con la mia personale visione (ancora).
E se ciò non vi aggrada e non è della Vostra portata, siete liberi di cambiare canale. Ho scelto, e sceglierò ogni giorno, di NON sottostare alle miserevoli richieste di coloro che pensano e sostengono che scrivere e collaborare sia solo una questione di NUMERI.
Ho scelto di essere una PERSONA che deve essere considerata come tale e non come un numero da sfruttare (e non fatturare). E come dice qualcuno, non è una questione di umiltà , ma di DIGNITA’. Il tempo, il nostro tempo, non deve essere MAI confuso e fuso come “lavoro per te da schiava 2.0”, chiaro?
Alla prossima puntata di #naylastories & Co.
Baci.
#NaylaC
Un simpatico orsetto con una t shirt bianca con la scritta “This is not a Moschino toy” il burlone di Jeremy colpisce ancora con la sua prima fragranza firmata Moschino.
Tutto ciò che tocca si trasforma in oro e-commerce, dai suoi pezzi iconici ispirati a fast food Mc Donald (chissà che accordi avranno preso , e se mai li hanno presi…) , al mondo “( R )osato” dI Barbie indossato da IT GIRL , blogger, fashionistas , e desiderato da quasi tutti fashion editor del globo , bla bla bla…con la cover che è un chiaro messaggio, a mio avviso, guardati allo specchio prima di uscire di casa! La collezione che ci farà diventare tutte delle Barbie svampitelleplatinateconiltruccosempreperfettoeilsorrisosempresmagliante (ma anche NO GRAZIE!!!).
Un orsetto, cioè , una bottiglia di fragranza in un orsetto.Ma per mettermi il profumo che dovrei fare? Svitare la testa del mal capitato bear per avere 100% dI fragranza Moschino! Inutile dirvi che è già sold out ,vero? Comunque se siete delle appassionate “svitate” che lo volete a tutti i costi , Harrods esaudirà il vostro insano desiderio di decapitare orsetto.