Roma. Accademia del Lusso. Una tavola rotonda all’insegna delle condivisioni e delle visioni personali su :
Web e nuovo lusso. Comunicare attraverso gli influencer. Luxury : just evolution”
Il tema centrale della tavola rotonda è stato il futuro del lusso tra digital strategy e nuovi consumatori, l’evoluzione della comunicazione tra retail fisico e new media.Dalla tavola rotonda sono emersi punti di vista interessanti sul ruolo che ha l’influencer marketing ,quanto sono efficaci e perchè.
Milano. Ore 20.00. Al momento mi sento solo leggermente influenzata (vedi raffreddata). Per me i VERI influencer sono altri (non me ne vogliate). Come ad esempio Grace Kelly , Rita Levi Montalcini & Co (forse l’ho già dichiarato in un’altro articolo il temi a riguardo), e già solo il fatto di presentarsi come influencer (ostentato) mi irrita come l’ortica in mezzo ai campi.
Se le persone sentono il bisogno di dirti quanto successo hanno, non sono affatto persone di successo.-
-Jon Bon jovi-
Torniamo a Roma e agli influencer 2.0. Lo storyteller per eccezione. Colui che sa creare engagement.Colui che , attraverso l’esperienza e l’emozione, sa portare il follower “per mano” a provare o acquistare ciò che ha condiviso.Una sorta di migliore amico o persona fidata con cui interfacciarsi e creare opinioni, condividerle o, talvolta, disapprovarle.
Colui che sa dire di NO, anche a collaborazioni economicamente allettanti per rispettare i sui followers e il suo target di riferimento. Uno che ha le idee ben chiare e non perde tempo. Perché di certo le bollette non si pagano a suon di like o impressioni. Uno che ha le palle di dire la sua se la collaborazione non “ha da farsi” perchè il prodotto /servizio non è stato all’altezza delle aspettative. E non per presunzione, sia chiaro, ma per chiarezza a trasparenza verso i propri followers…Esistono?
#collaudopensieri
Nayla C











Io non lavoro se:
il brand non rispecchia la mia identità;
se il brand non è in linea con le aspettative del mio pubblico;
se le offerte non rispettano il mio lavoro, se non lo capiscono o se ancora tendono ad approfittarsene.
Un grande in bocca al lupo a chi ancora non ha le armi per rapportarsi con questa realtà.
http://www.theladycracy.it
Tavola Rotonda a parte, il discorso è molto più complesso.
Non accettare una collaborazione per non ingnannare i propri followers ( o i propri lettori, o il proprio pubblico) sarebbe come dire:” che non accetto l’incarico per la pubblicità dei biscotti del Mulino Bianco perchè non sono davvero buoni e nemmeno così salutari”.
E’ un esempio piuttosto chiaro che vale per tutti i prodotti, anche quelli di moda.
Personalmente mi occupo di comunicazione, prima di avere un blog, e quindi ho una visione molto più ampia.
La pubblicità è comunque e sempre “ingannevole”.