Quante volte vi è capitato di ricevere un invito last minute? Che sia a una festa di compleanno, a un press day o a una sfilata la regola è sempre una: bisogna dire di no. Se vi state domandando perché, la risposta è semplice: orgoglio.
Chi vi chiama alle 19:30 per ‘convocarvi’ a un party programmato per le 20:00, generalmente non lo fa per affetto. Diciamo che siete il rimpiazzo (forse) numero 1 per un posto che si è appena liberato. La stessa regola vale quando l’ invito last minute arriva per partecipare a un press day o a qualunque tipo di evento chiaramente calendarizzato da mesi.
Avete presente l’overbooking delle compagnie aeree? La filosofia è la stessa: c’è una lista principale e poi quella delle riserve. A nessuno piace stare in panchina, pertanto, quando la vostra partecipazione viene richiesta con un preavviso ridicolo, ricordatevi di dire di no. Se cercate un buon motivo per rifiutare, trovatelo nel vostro orgoglio. Quel posto non era vostro, semplicemente vi viene educatamente richiesto di fare da tappabuchi.
L’invito last minute viene notoriamente mascherato come dimenticanza, si presenta sotto forma di e-mail o messaggio corredato di emoticon ammiccanti o di telefonata introdotta da un finto “Carisssssimaaaaaa!”. Una delle scuse più classiche è che il vostro invito probabilmente si è perso “perché sai, con tutti i disservizi postali…” o che la posta elettronica abbia dato problemi negli ultimi giorni “e insomma, un casino che non puoi immaginare!”.
Fatto sta che quando vi rendete conto (e non è difficile!) che non eravate la scelta ma l’alternativa, bisogna declinare. Cordialmente.
Pensate a come vi sentireste se il ragazzo che vi piace decidesse di portarvi a cena solo e soltanto perché un’altra fanciulla gli ha rifilato un due di picche. La sensazione è quella di essere un ripiego, quella valida seconda opzione che tutto sommato può andar bene comunque.
È chiaro che un invito last minute a una sfilata non ha alcun coinvolgimento emotivo, ma a meno che non ci teniate davvero in modo esagerato o non riusciate a trarne qualche vantaggio di tipo economico/professionale, dire di no è di classe e non vi farà apparire come delle disperate che non attendevano altro che quella chiamata. Se dovesse risultarvi troppo difficile, prendetevi almeno del tempo: fingete di dover controllare l’agenda, di dover forse spostare un altro impegno…insomma, tenete sulla corda chi con voi, del resto l’ha fatto fino all’ultimo.
È una questione di principio, la minestra riscaldata non è certo una delizia, ancor peggio se è quella scartata da qualcun altro. Tenete a mente che, non importa quale sia la circostanza, chi vi vuole vi cerca e lo fa con il dovuto anticipo. Prendete esempio da Miranda Priestly: «Non capisco perché sia tanto difficile confermare un appuntamento. […] Rispondi sì per la festa di Michael Kors, l’autista mi accompagnerà alle nove e mezza e mi riprenderà alle nove e quarantacinque precise, poi chiama Natalie alla Glorious Foods e dille di no, per la quarantesima volta no, non voglio la dacquoise, voglio delle torte col ripieno di composta di rabarbaro […]». Il diavolo veste Prada, docet.