Italiani popolo anglofono? Yes, non solo per dovere ma per scelta. L’inglese spopola, a volte (il più delle volte!) a sproposito sulle bocche degli abitanti del Bel Paese specialmente in quei contesti business dove esprimersi con termini stranieri è un must assoluto.
Certa che si sia colta l’ironia, vi sfido a sostituire le tre parole in inglese che ho appena usato con dei sinonimi made in Italy: ‘sì’, ‘professionali’, ‘tendenza’. Perché, a fronte di una lingua ricca come la nostra, si tende a rimpiazzarla con un lessico dal gusto esotico? Perché fa cool. È figo, alla moda. E così, tra le scrivanie dei milanesi imbruttiti senti parlare di business plan, meeting e pause a base di coffee e sushino. La sera, basta qualche attimo per rifarsi il look, scegliere l’outfit e correre a fare un happy hour. Attenzione alle indigestioni di inglese. Bacon, eggs e fonemi anglosassoni possono diventare velenosi.
Nessuno obietta l’utilità di questa lingua, anzi. Oggigiorno, giusto per spianare la strada ai luoghi comuni, se non sai l’inglese non vai da nessuna parte. E in fondo è anche la realtà. Quello che continua a sfuggirmi è il perché gli italiani ne siano così affascinati. È vero che alcune parole fanno ormai parte del nostro vocabolario, ma altre sono evidenti forzature. Desiderio di internazionalità? Esterofilia? Lieve complesso di inferiorità? Ordinaria idiozia? Qualunque sia la risposta, è certo che al popolo tricolore piace colmare le proprie lacune verbali con parole a caso prese in prestito da altri idiomi.
Il rischio di questa fusione tra italiano e inglese può essere però disastrosa al pari di quelle cucine fusion che spesso mischiano semplicemente nulla e niente. Sfiorare e oltrepassare il ridicolo è una trappola. Spesso il misunderstanding è dietro l’angolo.
Visto che al momento mi trovo a New York, mi sono divertita a scoprire se il fascino della lingua straniera vale anche al contrario. Gli americani parlano l’italiano? No, no, no. Praticamente nemmeno a Little Italy. Il mondo finisce dopo pizza, spaghetti e mamma mia! Peccato, sarebbe così posh ordinare un cornetto e un bicchiere di latte! E invece mi tocca banalmente chiedere un muffin e una cup of milk.
Comunque gli italiani hanno un vero talento: parlano l’inglese anche quando non lo sanno. Geni? No, gradassi. È chiaro che mettere due-tre parole in una frase non è difficile, il problema sorge quando viene richiesto un livello, almeno decente, di conoscenza linguistica. Caro sborone, in quel caso, che Dio t’assista…God Taxidriver!
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