Ventiquattro ore. Video, foto, boomerang: frammenti di vita estemporanei. Instagram Stories, funzione che il celebre social network ha copiato al meno fortunato Snapchat, non è altro che un modo per rispondere alla classica domanda Cosa stai facendo?
Perché limitarsi alle parole quando si può raccontare la propria vita attraverso le immagini? E soprattutto perché non dare, anche ai momenti più ordinari, un tocco di colore? Condividere foto e pensieri sui social sembrava un punto d’arrivo, ma Instagram Stories ha cambiato qualcosa. Ventiquattro ore la durata dei contenuti online, piccoli pezzi di vita privata regalati ai propri follower. Banalità? Mai! Se un amico ti telefonasse mentre prendi il sole in spiaggia, probabilmente ti limiteresti a dirgli che ti stai arrostendo sulla sabbia. Ma se posti una storia su Instagram Stories, è tutta un’altra musica. Anche le attività più noiose possono essere vendute come esilaranti momenti di divertimento. Aggiungi un filtro, un paio di hashtag, qualche adesivo fancy, una geolocalizzazione cool e il gioco e fatto.
A volte esistere sui social è più facile che sopravvivere nella giungla della realtà. E le Stories in fondo non sono altro che una finestra dalla quale, in pochi secondi, hai
la possibilità di mostrare all’esterno ciò che vuoi raccontare di te.
È il gioco delle percezioni, del voler apparire felice a tutti costi perché poi è quello che tutti noi vorremmo essere. Il boomerang di un brindisi con gli amici, il video di una canzone pazza cantata in auto, lo scatto di un outfit prima di uscire da casa. E poi? Cosa succede dopo quei momenti di condivisione su Instagram Stories? Le bottiglie si svuotano, gli amici vanno via, si scioglie il make-up e cadono le maschere. L’inquadratura si allarga e ciò che spunta è la vita vera.
Ma sognare e lasciar sognare è un diritto. Una parentesi di un giorno intero per ricordare a noi stessi e a chi ci segue che qualcosa di bello, in questo mondo tanto duro, esiste. Che il piacere di condividere un tassello di gioia non diventi mai ostentazione, è questo ciò che conta. Potrà prevalere il desiderio di tuffarsi in un bel boomerang per rivivere all’infinito quei pochi secondi che ci hanno reso contenti, ma la soddisfazione più grande è premere play e portare avanti la vita vera.
Instagram Stories, dal canto suo, ha il pregio di rendere talvolta ‘più umani’ anche quei divi inarrivabili che saltuariamente decidono di mostrarsi per come sono, magari coi figli, in palestra o al mattino senza trucco. E allora la finestra ‘si ribalta’, scoprendo per pochi istanti quel mondo sincero e non patinato che ci allinea alle brillanti celebrità da copertina. È la democrazia dei social.